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Con l'Europa, verso la scuola del futuro (?)

Immagine del redattore: Licia ArcidiaconoLicia Arcidiacono

Aggiornamento: 23 dic 2019

Ormai è trascorso un mese esatto dal nostro viaggio in Finlandia ed Estonia. Questo progetto Erasmus+ KA1 è complesso e mi richiede tanto altro da fare, oltre alla semplice mobilità...finalmente, riesco a concentrarmi per scrivere la parte di blog che mi riguarda personalmente e mettere nero su bianco la mia esperienza, consapevole però di quanto testo e immagini non riusciranno comunque a rendere appieno le sensazioni di trovarsi immersi in una realtà quasi parallela: sentimenti a tratti di entusiasmo e voglia di fare, a tratti forse pure di disappunto per la consapevolezza che in Italia, per svariati motivi, ci vorrà davvero tanto tempo per riuscire ad avvicinarsi a sistemi scolastici praticamente perfetti...ma se avrete la pazienza di arrivare alla fine del mio personalissimo racconto, noterete che il punto di vista di partenza, magari già scontato per chi pensa ai paesi del nord Europa, si è parzialmente capovolto al termine dell'esperienza, grazie alle varie testimonianze di trainer, insegnanti e studenti con cui abbiamo potuto dialogare e mettere insieme i vari tasselli di quello che è in realtà un mosaico decisamente più complesso. E se quando ho scritto il progetto, l'obiettivo iniziale era ampliare la nostra visione di gestione scolastica e progettualità europea, adesso posso dire che la pratica di benchmarking (termine preso in prestito dal linguaggio economico, che significa confrontarsi con le scuole migliori per poter apprendere da queste per migliorare) mi ha aiutato a capire come non esista "il meglio" in assoluto da replicare a ogni costo, ma che dall'osservazione degli altri si può intuire quale possa essere "il meglio" per la propria realtà in un particolare momento storico.



Inizio...dalla fine!!!!

 

DAY 1

Il momento più atteso è arrivato, dopo la fase di preparazione è ora di entrare in azione...in parallelo, sabato 7 settembre partono i primi due flussi di mobilità, destinazione Gran Bretagna (corso Secondary CLIL) e Finlandia/Estonia (corso su benchmarking). Io e i miei compagni di avventura - la DS, Adriana Battaglia, e i colleghi Claudio Leone e Lella Aquilina (qui li chiamerò con i "loro" nomi!) - ci ritroviamo puntuali alle 15 all'aeroporto di Catania, destinazione Helsinki...il viaggio è abbastanza lungo ma arriviamo, come previsto, intorno a mezzanotte dopo uno scalo lampo a Amsterdam.

I due gruppi sono entrambi arrivati alla meta, siamo tutti più tranquilli. La comunicazione tra colleghi "across Europe" (grazie, WhatsApp!) ci accompagnerà per tutta la settimana, rendendoci più consapevoli di quanto sia proficuo lo scambio e il confronto di pratiche didattiche e esperienze dei luoghi. Nel frattempo, il resto dei colleghi "partecipanti" al KA1 assiste alle conversazioni virtuali e ci incoraggia per l'inizio della nostra avventura. Adesso siamo noi a metterci in gioco, ma presto toccherà a loro...


L'hotel è in centro città, nei pressi della stazione dei treni, per cui prendiamo un taxi e ci sistemiamo finalmente nelle nostre stanze, ma non vediamo l'ora che sia domani...


-"Qui Helsinki. Ci sentite? Passo" - "Qui Cheltenham. Vi sentiamo forte e chiaro. Passo."

 

DAY 2

Domenica mattina. Nelle prime ore della giornata, Helsinki ci appare come una capitale nordica dal ritmo silenzioso e rilassato: da una parte, la monumentalità dell'architettura con un centro storico concentrato e compatto; dall'altra, una "fredda" città di mare (per fortuna non troppo fredda come temperature), con un fascino del tutto particolare.

L'incontro col resto del gruppo è previsto nel primo pomeriggio, quindi ne approfittiamo per fare i turisti e immergerci nella realtà locale. La nostra dirigente è una viaggiatrice perfetta, per cui con guide turistiche e Google maps alla mano, pianifichiamo il percorso e ci muoviamo verso la prima tappa obbligata: Kauppatori, Piazza del Mercato. Davanti a noi, con il mar Baltico da sfondo, si stagliano una moltitudine di bancarelle che ogni giorno attirano abitanti del luogo e turisti: frutta, pesce, verdura di stagione, insieme a artigianato locale, souvenir e abbigliamento. Ovviamente, veniamo subito attirati da colori, odori e sapori differenti (forse Claudio, po' meno...dovrà sopportarci mentre giriamo il mercato in lungo e in largo...) e andiamo "a caccia" di qualche souvenir, consapevoli che nei prossimi giorni il tempo libero a disposizione sarà decisamente limitato! A onor del vero, il nostro primo pensiero va alla calamita per l'Erasmus+ Corner del progetto e, dopo attenta ricerca, troviamo quella che fa al caso nostro...

La nostra mattinata prosegue con la visita alla Cattedrale ortodossa di Uspenki (in stile slavo-bizantino e con cupole a bulbo ricoperte d’oro a 22 carati), alla Cattedrale Luterana e al Museo Civico, girando per le strade della città e familiarizzando con i punti di riferimento principali. Siamo inoltre alla disperata ricerca di un buon caffè espresso che possa darci un po' di energia, ma scopriremo ben presto che dovremo abbandonare per qualche giorno le abitudini "italiane" e accontentarci...

Il momento di recarsi al luogo dell'appuntamento è arrivato, sul gruppo WhatsApp dei partecipanti del corso Euneos arrivano i primi messaggi...inizia a piovere, ma ci dirigiamo verso la stazione dei treni dove all'ingresso troviamo la nostra simpatica guida finlandese Petri Ilmonen e diversi dei partecipanti provenienti da tutta Europa (Francia, Grecia, Svezia, Ungheria, Romania, Portogallo, Slovenia, Germania, Spagna...).


A un allegro benvenuto da parte di Petri segue un tour guidato opzionale della città...io e Lella, già memori di altre esperienze Erasmus+, decidiamo di avventurarci e unirci al gruppo, nonostante la pioggia aumenti gradualmente d'intensità e il passo spedito della nostra guida renda la passeggiata più simile a una corsa campestre che ad altro.

Strada facendo, Petri ci dà qualche informazione e curiosità di carattere storico-culturale...il gruppo procede veloce, toccando i luoghi principali della città, che in effetti noi abbiamo già in parte visitato di mattina. C'è però un luogo che ci lascia letteralmente a bocca aperta, alla fine del tour: Oodi, la recentissima Biblioteca Centrale di Helsinki che costituisce una sorta di straordinario polo culturale e luogo di incontro per persone di qualunque età, provenienza e ceto sociale...bambini, studenti universitari, adulti o semplici turisti come noi. Sui tre piani incontriamo ogni tipo di persona e iniziamo a capire quanto importante sia il ruolo rivestito dalla cultura per questo paese. Oodi è tutto ciò che si vuole: da area relax, a spazio di produzione dei propri manufatti, a sala di lettura, lavoro o studio. Ogni piano è un luogo di scoperta: il primo piano è una sorta di lobby aperta per eventi, sale, info point, punto di riconsegna dei libri e caffetteria. Il secondo piano comprende uffici, aree giochi, sale riunioni, un laboratorio urbano e spazi per varie attività. Il terzo piano è un luogo dove rilassarsi con i libri, leggere e prendere un caffè. Per me, con alle spalle 10 anni di volontariato in un'associazione che si pone come centro di socialità creativa, si apre davanti un mondo fantastico che somiglia tanto a quello che avrei sempre sognato per la mia città. E non per niente, qualche giorno dopo, il mio amico finlandese Kaj, ex volontario europeo dell'associazione Mistero Buffo di Acireale, che ho ritrovato con grande piacere e sorpresa a Helsinki, mi contatta e mi propone di vederci per un saluto proprio lì, in quello che è il cuore culturale della città.


La giornata si conclude con la cena di benvenuto in un ristorante tipico, Harald Viking. Con il resto del gruppo, degustiamo piatti molto particolari durante una serata all'insegna dell'allegria, del folklore e dei buoni auspici per l'inizio del corso il giorno seguente.

Alla cena segue un divertente fuori programma...per una strana coincidenza, si gioca la partita di calcio Finlandia-Italia, qualificazioni Euro 2020. Quando si è all'estero si è un po' più patriottici, si sa, e anche noi non facciamo eccezione alla regola...cerchiamo quindi disperatamente un locale in cui vedere la partita e poco più tardi ci ritroviamo in mezzo ad agguerriti tifosi finlandesi, circondati da maxi schermi...Il punteggio è già di 1-0 per l'Italia, ma un calcio di rigore fa pareggiare i padroni di casa e noi non possiamo far altro che stare in silenzio, assistendo all'esultanza festosa dei tifosi avversari. L'Italia segna il gol della vittoria finale, 1-2...stavolta tocca a noi esultare, sempre in silenzio!


Domani ci attende un'altra intensa giornata, ma questo è già un primo risultato a nostro favore...

 

DAY 3

Il terzo giorno è quello dell'inizio ufficiale del corso. L'appuntamento è alle 9, al Varia Vocational College, presso Vanta, appena fuori Helsinki. Studiamo l'itinerario, compriamo la travel card e prendiamo il treno che ci porterà in questo piccolo paesino di campagna.


A introdurre il corso è sempre Petri Ilmonen, con una panoramica su quello che ci attenderà nei prossimi giorni e una breve introduzione sulla Finlandia, paese bilingue con 5.5 milioni di abitanti, in cui si parla una lingua totalmente diversa da quelle del ceppo indoeuropeo, semplice da leggere ma con una grammatica molto complessa. Sin da subito viene introdotto il leitmotiv che ci accompagnerà per tutta la prima parte del corso: la chiave del successo finlandese è dovuta al fatto che i docenti sono "free and independent", svincolati da qualunque tipo di ispezione o valutazione.


Petri ci coinvolge quindi in un gioco a squadre, per farci capire quanto le cosiddette team building skills siano essenziali nell'attivazione delle dinamiche positive di gruppo. Chi riuscirà costruire la torre di spaghetti più alta, collaborando senza parlare? Ci ritroviamo in team internazionali e alla fine ad avere la meglio è la squadra di Lella. Well done!


La successiva presentazione, TO PISA OR NOT TO PISA - The new and old Finnish school system, è quella che mi ha colpito maggiormente, contribuendo a smentire ciò che pensavo potessero essere quasi dei dogmi consolidati. In realtà, rispetto agli ultimi studi OCSE PISA, da qualche anno la Finlandia non è più il primo sistema scolastico a livello di risultati, sebbene nel complesso sia ancora il primo in Europa. Il paradosso è che proprio l'aver perso posizioni nel ranking mondiale è stato considerato come qualcosa di positivo per poter rimettersi in gioco, cambiare il curriculum scolastico e trovare nuove sfide professionali per ritornare "grandi". Mettere in discussione ciò che a prima vista risulterebbe già praticamente perfetto è il punto di forza di un sistema scolastico in continua evoluzione, in cui il denaro non compra la buona istruzione. Ritorna ancora prepotentemente il concetto di libertà...l'istruzione, università inclusa, è gratuita poiché il governo le attribuisce ancora un grande valore, pur avendo effettuato tagli economici rispetto al passato; i pasti sono gratuiti; i programmi sono liberi da qualsiasi tipo di costrizione e i docenti (tutti laureati) scelgono l'approccio pedagogico che ritengono più adatto ai propri studenti; non ci sono test o valutazioni standardizzate nei confronti di alunni, docenti o risorse didattiche ma, soprattutto, ogni studente è uguale e non ci sono enormi differenze tra le varie scuole. In un paese in cui si presta molta attenzione al posizionamento all'interno del ranking europeo, paradossalmente non esistono valutazioni nazionali standardizzate. Sentendo affermazioni del genere (che a noi italiani potrebbero quasi sembrare provocazioni), rimaniamo sbalorditi dal fatto che il concetto di libertà su cui si fonda l'intero sistema vada di pari passo col concetto di "circle of trust", una fiducia incondizionata tra tutti gli attori del sistema scolastico. A fare il resto sono elementi chiave come cooperazione e collaborazione, condizioni di lavoro favorevoli e stipendi adeguati, libertà di indirizzare l'identità della scuola partendo da una costruzione condivisa dei saperi (anche grazie alla chiamata diretta, che da noi purtroppo è spesso associata a dinamiche negative, ma che potrebbe realmente rappresentare un modo per costruire la scuola con più cognizione di causa e con le risorse umane più adeguate ai diversi contesti...se solo si ragionasse diversamente andando oltre i soliti stereotipi dietro cui magari ci si nasconde per timore dei cambiamenti!).

Il pensare fuori dagli schemi (think outside the box!) e lo sviluppo professionale continuo sono gli altri elementi di un sistema scolastico che cerca di migliorarsi per soddisfare le esigenze dei singoli alunni e fornire ai docenti tutti gli strumenti necessari per farlo.

Un ulteriore mito da sfatare è quello secondo cui la Finlandia stia pensando di rivoluzionare tutto eliminando le materie con la riforma del curriculum scolastico; al contrario, si tratta di adottare un approccio trasversale alle materie. La costruzione dei saperi basata sulle competenze s'incentra su una nuova metodologia olistica chiamata Phenomenon Based Learning. Niente di particolarmente complicato, come il nome potrebbe far pensare: una tematica comune a tutte le materie, svolta da tutti i docenti per almeno due settimane. Personalmente, è la prima volta che ne sento parlare ma dopo questa esperienza il mio obiettivo è quello di sperimentarla in classe, poiché rivedo alcune caratteristiche simili al CLIL. Creativity, Critical Thinking, Communication e Cooperation...queste le 4C da tenere in considerazione all'interno di ogni azione educativa pensata all'interno del nuovo curriculum scolastico finlandese. Il che si associa perfettamente a un apprendimento che non può prescindere dalle nuove tecnologie, in quanto l'uso di tablet o smartphone per gli studenti di oggi corrisponde alla penna degli studenti di ieri, e dev'essere visto come un supporto all'apprendimento attivo piuttosto che un nemico da combattere o allontanare. Come dice giustamente Petri, "la tecnologia non andrà mai via". Mi chiedo se sia più difficile accettare questa cruda verità o ostinarsi ancora a sfuggire a qualcosa che in realtà potrebbe semplificare il metodo di lavoro.

L'ultima sessione della giornata riguarda proprio un workshop sull'uso di TIC e competenze del XXI secolo. QR code games e applicativi come Plickers, Quizziz e realtà aumentata contribuiscono a rendere le lezioni più motivanti per gli studenti.

Petri ci dà appuntamento al giorno successivo. Dopo una lunga giornata di corso, abbiamo ancora la forza di esplorare un po' Helsinki, approfittando della bella giornata e delle temperature decisamente miti. E naturalmente ne approfittiamo anche per assaggiare altri cibi tipici in un ristorante molto suggestivo, Zetor...sembra quasi sia inverno e attendiamo solo di veder passare le renne di Babbo Natale!

Anche da Cheltenham arrivano nel frattempo notizie positive, e i nostri percorsi paralleli continueranno a incrociarsi per tutto il resto della settimana, carichi di motivazione ed entusiasmo. Chi lo avrebbe mai detto un anno fa...


 

DAY 4

Iniziamo le osservazioni sul campo con la prima visita ad un istituto comprensivo, Havukoski School, a Vantaa. La scuola, di recentissima costruzione, ha ancora lavori di ristrutturazione in corso, per cui il programma viene leggermente modificato ma riusciamo comunque a visitarla e a incontrare il dirigente scolastico, Arto Martikainen.

La particolarità di questa scuola (350 studenti, in grossa percentuale di nazionalità straniera) sono gli ambienti di apprendimento: spazio fisico, culturale e digitale si uniscono per dar vita a un luogo aperto e flessibile in cui ciascuno può trovare la propria dimensione cognitiva, grazie anche alla trasversalità degli insegnamenti. Gli ambienti ultramoderni e colorati mi ricordano quelli di uno studio televisivo di un famoso talent per ragazzi...Il rinnovo stesso della struttura scolastica (a cui hanno contribuito con idee anche docenti e alunni) è stato visto come esigenza imprescindibile per venire incontro ai bisogni dei ragazzi. Alle classi tradizionali si uniscono aree relax e open learning spaces...gli alunni possono mettersi comodi (niente scarpe!) e scegliere liberamente dove recarsi per svolgere le consegne assegnate degli insegnanti, utilizzando le tecnologie più all'avanguardia in un contesto sicuro (anche se attorno ci sono foreste e in teoria potrebbe accedere chiunque, in quanto pagare le tasse dà diritto a visitare ciò che si finanzia). La gestione partecipata permette a docenti, alunni e genitori di crearsi una scuola su misura. Un ambiente vissuto, che i ragazzi sentono proprio e che quindi rispettano come fosse casa loro...inutile dirlo, nessuna scritta su muri o banchi, classi tenute in perfetto ordine pur essendo dei luoghi in cui si lavora tanto anche a livello manuale...uno spazio che vive e lascia vivere chi vi gravita attorno.

La prima cosa che ci viene in mente, oltre allo stupore nel vedere ambienti così dinamici che si adattano ai vari tipi di apprendimento, è come in Italia non solo sia molto difficile trovare questo genere di arredi ma sarebbe del tutto impensabile per un docente non sapere in che parte della scuola si trovi un alunno...tuttavia, considerato che il modello funziona, forse ci sarebbe da chiedersi se il nostro sistema non ci tenga troppo con le mani "legate", privandoci della possibilità di rendere gli alunni autonomi già in età scolare. Condizione imprescindibile affinché tutto questo possa avvenire è un altro punto spesso debole del nostro sistema: la collaborazione con la C maiuscola (co-planning, co-teaching, co-debriefing, co-reflecting). Il sistema è efficiente perché tutti, supportati da buone competenze digitali, sono sulla stessa lunghezza d'onda e riescono a modulare o rimodulare le azioni da intraprendere in modo sinergico all'interno della comunità scolastica.

Alla fine della presentazione, ci viene data la possibilità di osservare alcune lezioni a scelta...una mappa ci indica le classi in cui possiamo avere libero accesso. Gli insegnanti e gli alunni ci accolgono sorridenti, qualche ragazzo straniero ci saluta addirittura in italiano...sono abituati a ricevere visite da insegnanti da tutta Europa e interagire con disinvoltura, alcuni invece sono talmente concentrati sul lavoro da svolgere che ignorano la nostra presenza. A lezioni svolte in laboratori all'avanguardia come biologia, arte, chimica si alternano materie tradizionali (da noi andate perdute) come economia domestica...quello che vediamo ci lascia ancora una volta stupiti, un vero microcosmo domestico, una vera cucina, in cui i ragazzi imparano a gestirsi da soli fin da piccolissimi, con la semplice supervisione dell'insegnante che li lascia adoperare tutti i tipi di elettrodomestici.

La classe di musica sembra uno studio di registrazione professionale...entriamo quando ormai la lezione è finita ma, notando la nostra delusione, la docente e i ragazzi sono così gentili da rinunciare a qualche minuto di ricreazione per farci ascoltare un pezzo del loro repertorio...la piccola orchestra ci regala le note di The Sound of Silence: chitarre, fiati, pianoforte, batteria, voci...in quei pochi istanti, il loro suonare all'unisono il pezzo di Samuel & Garfunkel crea un'atmosfera magica, da brividi...ci guardiamo e bastano i nostri sguardi per capire che il suono del "silenzio" riesce a dirci tante cose.

Dopo aver ricevuto altre informazioni sulla strutturazione del nuovo curricolo scolastico finlandese da parte del Dirigente Scolastico, la nostra prima visita giunge al termine ma la giornata è ancora lunga e ci riserva un pomeriggio inaspettatamente pieno di sorprese. Il programma prevede infatti la visita opzionale al centro della scienza Heureka. Un ambiente innovativo per grandi e piccoli, in cui il sapere scientifico e tecnologico si coniuga alla spensieratezza e al divertimento, alla sperimentazione e alla "gioia" della (ri)scoperta...e a furia di scherzare, giocare e sperimentare passando da una sezione all'altra, felici e curiosi come bambini, ci ritroviamo a trascorrere in compagnia un paio di ore piacevolissime in uno dei più bei musei scientifici che io personalmente abbia mai visto...se passate da Helsinki, questa è sicuramente una tappa obbligata.

La giornata si conclude con la nostra ultima cena finlandese e l'ultima passeggiata by night...tra salmone e renna, il nostro palato beneficia della voglia di esplorare sapori tipici del luogo e anche l'occhio apprezza piatti presentati con estrema cura ed eleganza, a prezzi tra l'altro ragionevolissimi rispetto al costo molto caro della vita (non solo dell'abitante locale, ma anche del turista). Insomma, proprio un giorno pieno di scoperte!




Ultima cena a Helsinki!!!

 

DAY 5

Ultimo giorno in Finlandia, il tempo scorre veloce e siamo già pronti ad affrontare una nuova giornata. Questa volta ci tocca studiare un itinerario per raggiungere la Veromäki school, a Vantaa. Prima di dare un'occhiata in giro, due insegnanti ci spiegano i punti di forza di una scuola in continua crescita, che ha appena celebrato i 100 anni.

Ancora una volta, come ci verrà confermato anche più tardi dal confronto con gli insegnanti in classe, tecnologia, apprendimento collaborativo e libertà di scelta costituiscono gli elementi fondamentali per un'istituzione di successo. Tre livelli (base-intermedio-avanzato): gli alunni scelgono come, quando e dove studiare. Gli insegnanti agiscono da facilitatori, stanno nei corridoi nel caso in cui qualcuno abbia bisogno di aiuto per svolgere i task assegnati. Tutti gli alunni possiedono un Chrome book che viene usato in ogni lezione e strumenti digitali come Google Drive e Google classroom fanno parte della routine quotidiana di docenti e alunni. Non esiste spiegazione frontale: 15 minuti di input sono sufficienti per eseguire la consegna durante il resto della lezione. In base al nuovo curriculum del 2014, percorsi didattici diversi per tutti impediscono l'insuccesso scolastico e sono gli stessi ragazzi a selezionare e calibrare i task in base agli obiettivi che si prefiggono...vari livelli di difficoltà, con esercizi comuni a tutti e una sorta di agenda online con una lista di task settimanali da segnare con colore differente in base al tipo di progresso riconosciuto dal ragazzo stesso, nell'ottica di un processo di autoapprendimento favorito da un sistema online a cui hanno accesso insegnanti e alunni.

Gli ambienti ci colpiscono per la flessibilità e per il modo in cui vengono vissuti, pure i bambini più piccoli sono in grado di gestire compiti di realtà lavorando da soli al computer con una facilità disarmante...modernità e praticità coincidono con una visione più spicciola, ma più efficace della scuola. Mi fa sorridere notare una sorta di semaforo "autoregolatore" del traffico all'interno di una classe in cui tutti i bambini sono già comunque disciplinati e concentratissimi sul lavoro di gruppo (scrivere un decalogo di regole stradali)... lavorano tranquilli pur essendo quasi investiti dalla confusione generata da un gruppo di insegnanti stranieri pronti a carpire ogni segreto di una realtà che sembra troppo bella per essere vera. Cosa succederebbe da noi? Accadrebbe lo stesso se dessimo maggiore fiducia e autonomia ai ragazzi, rinunciando a dare meno nozioni "ordinate" in cambio di qualche "caotica" competenza trasversale in più? Imparare a imparare necessita di vere regole o presuppone invece un allontanamento dalle normali convenzioni del nostro sistema educativo? In fondo, autonomia e libertà in Finlandia sembrano quasi essere sinonimo di disciplina e autoregolamentazione a far sempre meglio. E tutto sembra semplice...

La zona per me più sorprendente è quella della "classe" di economia domestica. Quando entriamo, gli alunni sono nel bel mezzo di una lezione sul Giappone...partendo dalla presentazione e preparazione dei piatti tipici internazionali, i ragazzi studiano a 360° gradi la cultura del paese straniero, con un approccio multidisciplinare concreto che li porta ad attivare tutti i canali sensoriali e stimolare tutti gli stili di apprendimento.

La mattinata scorre ancora una volta rapida e verso mezzogiorno si conclude ufficialmente la nostra prima parte di corso in terra finlandese...è giunto il momento di salutare e ringraziare Petri per averci fatto da guida in questi giorni e mettersi in marcia verso Tallinn.

La traversata via traghetto Helsinki-Tallinn a bordo della Eckerö Line si rivela più piacevole di quanto immaginato...all'interno di quella che sembra quasi una piccola nave da crociera, musica live e poltrone confortevoli con vista "mare" allietano il viaggio di circa tre ore. Tra una chiacchiera e l'altra, aggiornamenti al TwinSpace e blog, pianificazione delle rimanenti giornate, il tempo a bordo scorre veloce e ci ritroviamo presto con la Finlandia alle spalle e l'Estonia davanti a noi.

Una volta giunti a destinazione, nonostante la stanchezza si faccia sentire, dopo cena ci concediamo una prima passeggiata nel piccolo centro storico medievale della capitale estone, dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO...c'ero già stata anni fa ma l'impressione della città a distanza di tempo non cambia...Tallinn ci lascia subito incantati: ogni scorcio ha una sua peculiarità, ogni palazzo sembra essere stato sapientemente collocato all'interno di un disegno geometrico dai colori pastello e dalle simmetrie perfette...Racchiusa da un’antica cinta muraria, di cui attualmente restano 2 km e 20 torri di guardia, la Città Vecchia ha mantenuto quasi intatto il tessuto urbano medievale costruito dal XIII al XVI secolo, quando costituiva una città fiorente e un importante snodo commerciale della Lega Anseatica. La Piazza del Municipio, centro nevralgico della Città Vecchia, è piena di caffè e ristoranti tipici.

Concludiamo la giornata curiosi e carichi di aspettative per quello che ci attenderà l'indomani.

 

DAY 6

Giovedì mattina incontriamo la nostra nuova guida a Tallinn, James Sunney Quaicoe, trainer molto cortese e disponibile. L'appuntamento è nella hall dell'Università, poco distante dal nostro hotel, per cui questa volta gli spostamenti sono meno avventurosi del solito e la pioggia che ci accompagnerà durante la giornata non ci dà troppo fastidio...Ci ritroviamo col resto del gruppo con cui abbiamo già condiviso l'esperienza di Helsinki e siamo pronti a visitare la prima scuola in programma, Tallinna XXI Kool.

Il nome stesso rimanda alle competenze del XXI secolo e, in effetti, appena entrati ci rendiamo conto di quanto quest'istituzione sia orgogliosa dei risultati raggiunti...Se la Finlandia sembrava il modello perfetto, la nostra sorpresa è ancora più grande nel vedere che l'Estonia sembri godere di un contesto educativo ancora più virtuoso che, pur essendo forse meno "futuristico" della Finlandia, ha saputo prendere il meglio dal sistema educativo top e l'ha reso più concreto e accessibile a tutti. D'altronde, ci sarà un motivo se questo è il paese con il minor debito pubblico e il più veloce tasso di sviluppo rispetto agli altri paesi dell'Est, e se la disoccupazione a Tallinn è dello 0%!

Anche qui, la scuola si basa su un sistema digitalizzato; le valutazioni non sono numeriche ma, al termine di ogni lezione, gli insegnanti esprimono un commento scritto che gli alunni possono visionare online tramite un account personale. Pure i genitori sono chiamati a partecipare attivamente: devono scrivere un commento sui progressi che notano in ogni materia nei propri figli, all'interno di un triangolo sinergico tra scuola, alunni e famiglia. La domanda è sempre una: da noi sarebbe possibile valutare i propri figli in modo oggettivo o non si riuscirebbe a essere sinceri con se stessi per paura dei giudizi degli altri?


Ad accogliere il nostro gruppo troviamo alcuni membri dello staff della scuola ma, dopo l'esibizione di un coro dei ragazzi, sono due studenti particolarmente spigliati a guidarci nel tour all'interno di classi e laboratori...la mia impressione è che l'accoglienza ai docenti stranieri sia meno fredda e "asettica" rispetto a quella delle precedenti scuole finlandesi e che tengano parecchio a dare una buona impressione e renderci partecipi dei loro progressi in campo didattico. In ogni angolo bacheche con targhe e trofei tirati a lucido spiccano in un ambiente abbastanza neutro e formale, abbellito tuttavia da quadri e altri lavori d'arte degli studenti lungo tutti i corridoi. Tra i tanti, mi colpiscono gli schizzi ispirati ai vari paesi del mondo: ogni anno le attività scolastiche vengono incentrate su un paese diverso, in base a un progetto tematico che mira ad approfondire culture diverse. L'Italia viene rappresentata con Pinocchio, personaggio letterario che anche noi porteremo come simbolo della letteratura italiana per bambini nella mobilità Erasmus+ KA2 di Cipro a fine ottobre.

I corridoi hanno sul pavimento o sulle pareti elementi di gioco che servono a far rilassare i ragazzi e attivare dinamiche di movimento tra una pausa e l'altra...per la serie, mens sana in corpore sano.

La scuola dispone di eccellenti laboratori scientifici, con tante postazioni occupate dai ragazzi all'opera. Il laboratorio di robotica, #EDUINNOLAB, ha addirittura il patrocinio di LEGO Education e ci lascia a bocca aperta non solo per la struttura, ma anche per il tipo di materiali e risorse a disposizione di docenti e alunni...in ambienti così dinamici ad essere favoriti sono l'acquisizione di competenze specifiche ma soprattutto del metodo di lavoro, del rispetto delle consegne e della pianificazione delle fasi progettuali.

Le vetrate trasparenti lasciano percepire, a 360° gradi, il piacere d'imparare insieme ragionando e costruendo, mattoncino dopo mattoncino (qui è proprio il caso di dirlo!). Ogni cassettino degli armadi arancioni contiene centinaia di LEGO...a chi non verrebbe voglia di sedersi a uno dei tanti tavoli e mettersi in gioco in un ambiente così vivace e user-friendly?

La visita alla prima scuola estone va sicuramente oltre ogni mia aspettativa...se era facile pensare che il modello finlandese fosse insuperabile, non lo era altrettanto immaginare che un paese "giovane" come questo potesse rappresentare quasi una sorta di Finlandia 2.0.

Le visite didattiche odierne non sono ancora terminate, c'è tempo per riempirci ancora gli occhi e il cuore con immagini di ambienti accoglienti, innovativi e dinamici in cui l'apprendimento cooperativo avviene in maniera concreta, tangibile...Nel pomeriggio, subito dopo un pranzo veloce alla mensa dell'Università di Tallinn, ci trasferiamo via bus al G.Adolf Gymnasium.

Ad attenderci all'ingresso di quest'altra modernissima struttura troviamo un'insegnante, coadiuvata da uno studente di scuola superiore...che non è solo un semplice studente, ma ricopre anche l'incarico di IT Manager della scuola e nel corso della nostra visita ci espone come funziona la strumentazione tecnologica nei vari ambienti.

Questa è la scuola che mi ha colpito di più a livello d'impatto visivo (e non solo)...sembra quasi ci sia stata la volontà di creare una forte immagine "brandizzata" dell'Istituto, con pannelli e loghi verdi e viola dappertutto.

Non mi soffermerò tanto sull'enorme e modernissimo auditorium/mensa scolastica con organo a lato annesso, ormai dopo qualche giorno sembriamo quasi esserci abituati a trovare questo tipo di facilities...pure Harry Potter e i suoi amici di Harvard, però, impallidirebbero di fronte alla bellezza di uno spazio simile, forse senza troppi fronzoli estetici ma polifunzionale.

Sempre in questa scuola, vediamo concretamente attuato il concetto di una scuola di qualità per tutti e per ciascuno...non tutte le attività vanno bene per tutti, ogni alunno deve essere incentivato a trovare la propria dimensione.

Così, da una parte ci ritroviamo in un laboratorio di falegnameria in cui i bambini, con la supervisione di un docente, progettano modellini e lavorano il legno maneggiando con estrema disinvoltura strumentazione potenzialmente pericolosa; dall'altra, vediamo un gruppo di bambine impegnate in un laboratorio di maglia, ferri e gomitoli alla mano.

La tradizione si associa fortemente alla modernità e all'apertura verso nuove idee, per cui mentre camminiamo vediamo Wi-Fi in ogni area, laboratori sempre aperti per lo studio autonomo, Chrome books e televisori MultiTouch di ultimissima generazione, classi con vetrate trasparenti dotate di tavoli componibili che facilitano l'apprendimento collaborativo, aree relax con giochi, ping pong, librerie, divani e tavolini...E se vi state chiedendo quante ore di informatica facciano per poter utilizzare questo tipo di strumentazioni, la risposta è...NON ci sono lezioni di informatica, perché la tecnologia è integrata in ogni materia anche grazie al supporto di tutorial per docenti e studenti. I ragazzi infatti vengono responsabilizzati e, con una sorta di approccio D-I-Y (Do-It-Yourself), devono trovare da soli il modo di utilizzare i programmi seguendo le istruzioni o, in seconda battuta, chiedendo aiuto al resto della classe. Alcuni ragazzi vengono trattati dai docenti come colleghi, considerando le abilità informatiche che gli alunni particolarmente talentuosi in materia possono mettere al servizio della classe, unite alle competenze professionali e alle esperienze di vita dei docenti, per costruire insieme apprendimenti.

E se quanto qui elencato non fosse già sufficiente, a un certo punto ci troviamo davanti a una serie di cose che non ci aspetteremmo mai di poter trovare in contesto scolastico: muri di gomma, sacco e guantoni da boxe nella zona relax, giganti tastiere "calpestabili", terrazza con vista su Tallinn su cui ogni tanto atterrano anche elicotteri...

Eppure, entrando per pochi minuti in classi che stanno facendo lezioni di materie meno pratiche, l'impressione è che la differenza non stia tanto nel tipo di didattica (gli alunni hanno i libri davanti, l'insegnante spiega...) quanto nel setting di apprendimento versatile ma anche estremamente accogliente (pur essendo abbastanza sobrio, non ci sono muri grigi!). Durante gli intervalli ai ragazzi non è concesso l'uso dei cellulari in modo da favorire la socializzazione con gli altri compagni...socializzazione che comunque è già ampiamente favorita dalla attività svolte in classe e nei laboratori. Dove finisce la scuola? E dove inizia il gioco? Che dire...davvero food for thought.

Il bello deve ancora venire...finito il giro, veniamo invitati a seguire dei mini-workshop di robotica e realtà aumentata tenuti dagli stessi alunni, fra l'altro di giovanissima età. I ruoli si capovolgono e diventano loro i nostri insegnanti...

Increduli o desiderosi di vedere con i vostri occhi? Ecco un video della scuola, in cui c'è quanto ho descritto!

La giornata di oggi è stata ricca di input ma, usciti da scuola, il nostro tardo pomeriggio prosegue con una passeggiata nel cuore di Tallinn e la cena nel locale tipico Peppersack, uno degli edifici simbolo della città, in cui l'atmosfera medievale (impreziosita anche da uno spettacolo in costume nel bel mezzo della serata) dà l'impressione di tornare indietro nel tempo, tra artigiani e mercanti...non male, dopo esserci sentiti nel futuro per tutta la giornata!


 

DAY 7


Iniziamo l'ultimo giorno di corso con la visita presso il Russian Gymnasium, in cui gli alunni di grade 1-9 studiano principalmente in lingua russa e svolgono alcune materie in estone. Ennesima scuola con risultati eccellenti a livello nazionale, sempre con grande libertà di azione in termine di programmi.

Subito ci viene data l'opportunità di visitare gli ambienti e entrare in qualche classe in cui si sta svolgendo lezione.

Abbiamo per esempio modo di assistere ad una lezione di inglese su physical appearance and first impressions, dove i consueti task di un reading comprehension vengono resi più motivanti dall'utilizzo di Google Assistant, a cui i ragazzi rivolgono a turno delle domande, e Kahoot!.

Arriviamo pure in una sorta di mansarda dedicata all'esposizione dei lavori di arte realizzati dai ragazzi, uno spazio davvero interessante dedicato all'estro e alla creatività.

Come ci spiegano gli stessi insegnanti e alunni della scuola, le principali attività innovative riguardano l'uso di STEM e STEAM (con l'uso di materiali e archivi digitali, app come GeoGebra, Desmos e la partecipazione a progetti internazionali Lego, Scratch e Robotex), club extracurricolari e attività all'aria aperta.

La tecnologia riveste un ruolo fondamentale sin dagli inizi del 2000. Nel 2004 si è avuta l'introduzione di servizi informatici (ekool) e l'integrazione della tecnologia nel curriculum scolastico in Estonia. L'uso di piattaforme digitali e Google tools per la gestione della scuola ha via via soppiantato del tutto i documenti cartacei, grazie anche a programmi di formazione, comunità virtuali e al supporto della figura di educational technologist introdotta all'interno delle scuole dal 2009. 3-4 volte all'anno vengono organizzati dei Distance Learning Days in cui gli alunni hanno la possibilità di studiare a distanza da casa tramite materiali online e in contemporanea i docenti possono svolgere corsi di formazione.

Potrebbe sembrare un eccesso estremo, ma alla domanda frequente emersa dal nostro gruppo, "Cosa succede se qualche insegnante si rifiuta di usare la tecnologia?", la risposta più netta e caustica che abbiamo ricevuto è stata "In quel caso, potrebbe sempre andare a lavorare in un supermercato...". Ed in effetti, applicativi digitali e l'approccio STEAM vengono utilizzati per ripensare e riformulare i programmi curricolari...le tecnologie diventano il mezzo tramite cui si punta a far acquisire critical thinking, entrepreneurship, interactive models, modelling and desing, cooperation skills. Tutte competenze del XXI secolo, integrate in progetti concreti (project-based learning), senza teoria, che puntano a far maturare l'alunno come persona e a prepararlo per la vita.

Tutto quello che abbiamo visto e sentito in questi giorni trova una sua quadratura del cerchio con le ultime due presentazioni a cui assistiamo di ritorno all'Università di Tallinn. Il Senior Researcher Mart Laanpere ci dà una illuminante panoramica del background socio-culturale estone e della svolta digitale all'interno del sistema educativo di questo paese, sottolineando ancora una volta come il successo negli studi OCSE PISA sia dovuto a elementi centrali quali l'alto grado di autonomia delle scuole, il livello elevato di preparazione degli insegnanti (corrispondente a un altrettanto elevato salario) e l'applicazione di strategie metacognitive. Il modello originario è quello finlandese ma, grazie al documento Lifelong Learning Strategy 2020, il governo ha regolarizzato una serie di provvedimenti per raggiungere obiettivi strategici e promuovere un cambiamento volto a dare a tutti la possibilità di un apprendimento "su misura" lungo tutto l'arco della vita.

Tocca infine alla nostra guida locale James, che è anche ricercatore universitario nel settore delle nuove tecnologie, tirare le fila del corso con un intervento riassuntivo che ci invita a riflettere sul significato del benchmarking.

Cos'è davvero il benchmarking? Riguarda l'apprendimento dello studente? La professionalità del docente? Curriculum e pedagogia? Le performance e la gestione della comunità scolastica? Il clima all'interno dell'ambiente di apprendimento? I materiali, le strutture e le risorse? O ancora, l'intero sistema scolastico? O tutto questo? Citando Marzano, James ci indica 3 fattori fondamentali da considerare: studenti, insegnanti e scuola. Parlando di benchmarking, l'impressione è che ci sarebbe tantissimo da approfondire...in parole semplici, quello che abbiamo capito in questi giorni è che si tratta di un processo che mira a osservare le prestazioni degli altri per poi analizzare le proprie in base a un modello di confronto e sviluppare piani di azione per applicare buone pratiche (non necessariamente le migliori!) adattandole al proprio contesto, in modo che funzionino in termini di efficacia, efficienza e sostenibilità e che contribuiscano a un reale miglioramento del sistema scolastico.

Una volta rientrati a Misterbianco, saremo in grado di adottare questa prassi e partire dai nostri punti di debolezza per migliorare davvero il sistema - o parte del sistema - in cui lavoriamo quotidianamente? Ciò che abbiamo vissuto in prima persona in Finlandia ed Estonia riuscirà a farci scardinare alcuni dei vecchi "dogmi" e trovare il modo di rinvigorire una pianta che necessita di nuova linfa? Riusciremo a veicolare l'esigenza del cambiamento e a suscitare nei nostri colleghi la voglia di mettersi in gioco uscendo dalla propria comfort zone?

Il corso per me si chiude con questi grandi punti di domanda, ma ci sarà tempo e modo di interrogarsi...la nostra esperienza formativa giunge al termine ed è il momento di dare un feedback sul corso, posare con i certificati in mano e fare un'ultima foto di gruppo con i nostri compagni di corso (sì, potete tornare alla foto iniziale...).

Dopo i ringraziamenti e saluti di rito, la fine del corso non può che essere celebrata con l'ultima sera in giro per Tallinn...un violento acquazzone non ci impedisce di prendere il tram e recarci nel centro storico, dove per fortuna dopo un po' tornerà il sereno...

Olde Hansa, il locale più caratteristico sulla Piazza del Municipio, lo abbiamo riservato per quest'ultima spensierata serata in compagnia. Come in un'antica locanda, lo spirito medievale aleggia intorno a noi...cibo, costumi, luci soffuse, arredi (persino la toilette!)..tutto rimanda perfettamente a quel periodo storico...guardare per credere...



Back to Middle Ages!

Ci prepariamo mentalmente all'ultima, interminabile giornata...


 

DAY 8

Memori della maratona finlandese di qualche giorno addietro, decidiamo di declinare il tour opzionale guidato di James a vantaggio di una visita ad alcuni dei luoghi più suggestivi di Tallinn, scandita dai nostri "ritmi". Decidiamo di recarci alla Cattedrale di Aleksandr Nevskij, la monumentale cattedrale ortodossa di Tallinn che, con le sue cupole a cipolla, gli alti campanili e le croci luccicanti, domina la collina di Toompea.

Una splendida giornata di sole, intervallata però da qualche violenta pioggia, ci permette di esplorare zone nuove...ci "perdiamo" tra vicoli che ci regalano altri fantastici scorci della città, negozi con migliaia di souvenir (ovviamente!) e una terrazza panoramica che ci mette davanti allo skyline della città. Abbiamo ancora qualche ora di relax per godere della bellezza del luogo e delle sue atmosfere.


Nel pomeriggio torniamo per l'ennesima volta nel centro storico e, a malincuore, diamo l'ultimo saluto alla piazza principale con i suoi magnifici edifici colorati che si stagliano impotenti davanti a noi...cielo azzurro e temperatura mite: non poteva esserci modo migliore per concludere la nostra esperienza.

Il viaggio del rientro, in compenso, sarà abbastanza impegnativo...l'itinerario prevede volo in tarda serata con scalo a Orio al Serio - con breve sosta in hotel accanto a aeroporto - e ripartenza per Catania intorno alle 6 del mattino...

Anche se con un leggero ritardo, riusciamo ad essere a casa la mattina presto...sfruttiamo la domenica per ricaricare le energie e cominciare il nostro anno scolastico l'indomani, con tanto entusiasmo e voglia di condividere l'esperienza Erasmus con colleghi e alunni.

Prima delle conclusioni finali, un ringraziamento va anche ai miei compagni di viaggio per questi splendidi giorni trascorsi insieme, che resteranno sicuramente indelebili nella nostra mente.

 

Cosa ci resta di quest'entusiasmante esperienza, possibile grazie all'opportunità offertaci dalla Comunità Europea e dal programma #Erasmus+? Se siete riusciti ad arrivare alla fine di questo lungo racconto, forse siete curiosi anche voi di saperlo. Di certo, per quanto mi riguarda, la consapevolezza che a fare la differenza in termini di innovazione non sono tanto le attività usate in classe quanto la collaborazione e la sinergia di intenti nell'adottare una linea di azione comune da parte di tutti gli attori della comunità scolastica, unite a maggiore flessibilità e apertura mentale che portino a eliminare quelle pareti divisorie che spesso siamo noi stessi a costruirci. Il confronto, la condivisione, l'acquisizione di competenze che scaturiscono da queste occasioni di formazione professionale, se da una parte ci mettono di fronte a una "spietata" realtà, dall'altra devono servire da stimolo per riflettere, creare un piano d'azione adatto ai mezzi, alle risorse e al contesto e poi... agire. Non siamo troppo vicini, ma nemmeno così tanto lontani da queste realtà virtuose...se riusciremo a trovare il modo di tracciare la via e fare la nostra parte per cambiare qualcosa.

Quanto possiamo ancora attendere prima di proiettarci in quello che per certi versi per noi è ancora futuro, mentre per gli altri è destinato a diventare presto passato? Dopo tutto, come recita pure un celebre spot, the future is now...


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1 comentário


Adriana Battaglia
Adriana Battaglia
15 de out. de 2019

Il diario di viaggio che hai splendidamente ricostruito mi ha veramente emozionato, ogni immagine mi ha riportato in quei posti meravigliosi e mi ha fatto rivivere le sensazioni che abbiamo condiviso in quei giorni!!!

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