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The future IS now - al tempo del Covid-19

  • Immagine del redattore: Licia Arcidiacono
    Licia Arcidiacono
  • 6 apr 2020
  • Tempo di lettura: 5 min

"Quanto possiamo ancora attendere prima di proiettarci in quello che per certi versi per noi è ancora futuro, mentre per gli altri è destinato a diventare presto passato? Dopo tutto, come recita pure un celebre spot, the future is now.....". In tempi non sospetti, qualche settimana dopo il rientro dalla mobilità in Finlandia ed Estonia, avevo concluso proprio così il mio blog per raccontare l'esperienza che avevamo vissuto con stupore e ammirazione, ma che per certi versi sembrava distante anni luce dalla nostra realtà. Non avevo ancora idea di quello che ci avrebbe atteso dietro l'angolo... Sono passati solo pochi mesi dalla condivisione di quel post, eppure adesso è quell'ottobre 2019 a sembrare davvero distante...in mezzo, tanti avvenimenti direttamente legati al KA1: la fase di disseminazione, la sperimentazione in classe, la consapevolezza di dover/poter cambiare gradualmente un sistema scolastico di fatto molto tradizionale e con abitudini radicate nel tempo, instillandovi a piccole dosi quanto imparato grazie alle opportunità concesseci dall'Europa...finché, all'improvviso, lo scombussolamento portato nelle nostre vite dal Coronavirus intorno ai primi di marzo ha spazzato via quanto costruito di buono fino a quel momento. Mi ha rattristato vedere questo sito "in silenzio" da diverse settimane, ma ho esitato un po' prima di poter ricominciare a scrivere su questo blog, lo confesso...la preoccupazione, lo sgomento per quello che sta succedendo in Italia e nel resto d'Europa a causa dell'emergenza Covid-19, il cambiamento della routine quotidiana per via dell'isolamento sociale, la delusione per aver visto naufragare la mobilità KA2 a Misterbianco, a cui avevamo tanto lavorato, e il possibile stravolgimento futuro di questo progetto KA1 sono tutti elementi che hanno messo a dura prova la mia voglia di fare e il mio stato d'animo...

Poi, però, mi è balenata in mente quella mia ultima frase del blog, quasi premonitrice. Allora non avrei mai potuto immaginare cosa sarebbe successo a breve, ma ora ho realizzato che, proprio in seguito agli avvenimenti di questo periodo, con la didattica a distanza la scuola italiana si è ritrovata nel futuro, senza alcun preavviso o possibilità di dare tempo al tempo...quale "occasione" migliore dunque per dare senso al nostro progetto? Per rimodularlo secondo le reali esigenze dei nostri alunni? Per rendere i nostri interventi didattici prassi quotidiana piuttosto che limitarli a semplici "esercizi di stile"? Per raggiungere l'obiettivo relativo all'uso delle TIC integrate alla didattica? Ciò che sembrava un'utopia (o, per qualcuno, distopia!) d'un tratto è diventata possibilità concreta di colmare il gap, accelerando i processi di digitalizzazione degli apprendimenti/insegnamenti e trasformando una fase di criticità in un'opportunità di crescita professionale per noi tutti. E di questo bisogna rendere merito anche alla nostra DS, che ha guidato nella direzione giusta il team per l'innovazione della nostra scuola per fare scuola a distanza, evitando di tenere la "distanza" dai nostri studenti. Straordinario è stato pure l'approccio di tanti docenti che non si sono persi d'animo e hanno cercato di attrezzarsi per approntare delle classi digitali e utilizzare degli strumenti per loro del tutto nuovi. Personalmente, ho sempre amato integrare l'insegnamento delle lingue straniere con la tecnologia, ma immagino che per certe materie sia meno semplice...Mesi fa sarebbe stato impossibile pensare di approntare tutto questo sistema e stravolgere le modalità di lavoro in un così breve lasso di tempo...ma come sempre, si fa di necessità virtù...e non è detto che non ne esca qualcosa di buono. Certo, sarebbe assurdo non tenere in considerazione le difficoltà e le problematiche legate all'arretratezza di un sistema il cui divario con l'Europa è emerso ancor più prepotentemente ora che la didattica digitale è diventata un'esigenza reale dettata dall'emergenza comune, e non puramente un insieme di competenze integrabili su base "volontaria" da ciascun docente in relazione alla propria metodologia di insegnamento. Prima di oggi, forse, la scuola digitale a cui si è fatto spesso riferimento col PNSD non aveva ancora trovato un giusto equilibrio e una integrazione tra didattica, metodologie e tecnologie, lasciando al buon cuore dei singoli istituti o insegnanti ciò che prima veniva definita - quasi timidamente - "sperimentazione" o "buona prassi didattica". A differenza di altre professioni, il nostro lavoro poteva anche essere facilmente poco digitalizzato prima di adesso. Classi virtuali, app, piattaforme, webinar di formazione, scambi di buone pratiche, materiali digitali...improvvisamente in queste ultime settimane siamo stati inondati di una quantità innumerevole di straordinari strumenti e risorse (in gran parte gratuiti) che sarebbero potuti tornare utili già molto tempo prima per sistematizzare gli apprendimenti e usufruire di un canale di comunicazione privilegiato con gli alunni...Non so se potremo mai arrivare a poter ringraziare il virus, ma è legittimo chiedersi perché ciò non sia avvenuto prima. Per quanto nulla potrà mai sostituire del tutto la didattica in presenza, una giusta integrazione con la didattica in remoto ci permetterebbe di ottenere una didattica flessibile, interattiva e personalizzata in linea con la didattica per competenze di cui tanto si parla. L'abbattimento delle materie in favore della trasversalità del curriculum di finlandese memoria, forse non è poi così lontano...adesso possiamo davvero parlare di competenze chiave europee, sarà il tempo a dire se abbiamo imboccato la strada giusta da seguire, anche se la velocità e le circostanze con cui questo è avvenuto hanno colto di sorpresa tutti. Ed è vero che un altro grande problema sono le competenze digitali di docenti e alunni (anche questo argomento su cui ci sarebbe davvero tanto da dire), ma forse per la prima volta stiamo trovando un terreno comune fertile per costruire apprendimenti insieme senza pregiudizi, grandi e piccoli. E così, magari le prime lezioni a distanza non saranno state perfette, o non tutte le funzionalità delle piattaforme virtuali verranno sfruttate al massimo, lo sguardo fisso al monitor per così tante ore di fila ci farà stropicciare gli occhi, la connessione non reggerà per più di 40 minuti, ma la tecnologia ci potrà dare una grande mano per arrivare al cuore e alla mente dei nostri alunni e dar loro consapevolezza del fatto che la scuola, a prescindere dal mezzo, c'è sempre e ha un valore inestimabile.

Da oggi nel nostro blog c'è una nuova categoria: didattica a distanza...è qui che ho inserito questo mio post. Spero che tutti i colleghi che stanno vivendo l'esperienza Erasmus (ma non solo loro) sapranno cogliere il lato positivo di questa situazione, documentando le esperienze di didattica a distanza, condividendo i successi (e gli insuccessi) dei nuovi metodi applicati, utilizzando la pagina come una sorta di diario di bordo grazie a cui sentirsi meno soli in questa sfida educativa che la sorte ci ha messo davanti. Di certo ci auspichiamo tutti un ritorno alla normalità e tra i banchi di scuola quanto prima, ma sarebbe un vero peccato e un grosso errore lasciarsi alle spalle anche quanto imparato e messo in pratica durante la fase emergenziale, facendo un enorme passo in avanti a livello di innovazione...Continuo a pensare che la chiave di tutto sia la collaborazione in team e la condivisione di risorse, in cui la tecnologia può giocare un ruolo importante per lavorare sia in presenza che a distanza. Sicuramente per tanti aspetti il nostro lavoro è diventato più difficile di quanto già non fosse, ma tutto ciò ci sta rendendo anche più orgogliosi di essere insegnanti, restituendo dignità a una categoria spesso ingiustamente screditata dall'opinione pubblica.

In bocca al lupo a tutti dal presente che è diventato futuro!

 
 
 

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